Paese

Chi abita in paese e forse anche chi vieni da fuori, si sarà certamente domandato innanzitutto il perché del nome Ca’ di David.

Il nome, che equivale a dire “Casa di David” anche se l’appellativo altisonante e biblico non è esatto poiché il vero nome, “Ca’ dei Davi”, vede l’origine da “Domus Daviomm” ovvero “Casa dei Davi”, dove “Davi” era il cognome della famiglia che per prima costruì in paese una casa, “Ca’” la troncatura della parola casa, e l’aggiunta finale della lettera “d” al nome un arbitrario conferimento del ‘400.

Come i “Davi”, nel tempo, altre furono le famiglie che si instaurarono nel territorio dando vita ad altre svariate case come “Ca’ degli Aprili”, “Ca’ dei Raffaldo”, “Ca’ dei Macici”, e così nel proseguo.

Nel contesto, per avvallare la tesi sul vero nome del paese, Pietro Sgulmero, studioso veronese in un articolo pubblicato sul giornale L’Arena del 1891, fece però una semplice ma importante osservazione basata sulla pronuncia corretta dialettale: “I contadini del luogo pronunciano sempre Ca’ di Dai e non Ca’ di Daide”.

Per far capire meglio il perché di questa l’affermazione, ci permettiamo di portare questa considerazione linguistica: nel dialetto veronese, la consonante “v”, che non sia iniziale, se seguita da una vocale, tende a scomparire, ad esempio fossa Bova = fossa Boa; rovaro = roaro; roverso = roerso; diavolo = dia; Ca’ di Davi = Ca’ di Dai.

Proprio lo stesso Pietro Sgulmero, alcuni anni, dopo pubblicò un interessante opuscoletto, dal titolo “Ca’ di Davi” e non “Ca’ di David” dove elenca l’uso delle due versioni del nome, solitamente la prima nel campo civile, l’altra in quello religioso, partendo dai più antichi documenti come quello datato 1251 dove il nome del paese di evidenzia nella parte latina “apud domum illorum de davijs” tradotto presso la casa di quelli dei Davi).

Il nome “Davi” venne usato nei documenti civili e nelle mappe fino al 1792, così pure nei documenti parrocchiali e religiosi, ma fino al 1473, visto che in quell’anno si coniò per la prima volta in “David’ e questo fu usato anche nell’ambito civile dal 1792 rimanendo tale fino ai giorni nostri.

In riferimeno al territorio, pianeggiante, che circondava da est ad ovest la città di Verona, fu fin dalle più remote epoche considerata la cosiddetta “Campagna”.

Intorno al secolo XI, l’aspetto che si presentava era quello di una vasta zona di terre incolte, ricche di boschi e pianeggianti verdi prati dedicati al pascolo, dove qua e la spuntavano acquitrini e olezzanti paludi dovute alla disastrosa inondazione dell’Adige, avvenuta nel ‘509, con il poco terreno emerso che risultava però sufficiente e ben coltivabile alla popolazione di Verona che allora era di appena diecimila abitanti.

In questo ampio territorio non vi furono, nell’antichità, alcuni borghi abitati fatto salvo pochi perduti cascinali, in seguito, con l’aumento della popolazione cittadina, Verona concesse ai contadini numerosi appezzamenti di terreno allora denominati “Cam­panea Comunis Veronae”, tali terreni vennero alacremente dissodati e fortemente coltivati e fu cosi che pian piano cominciarono a sorgere piccoli insediamenti e borghi, prevalentemente a carattere rurale.

Nel secolo XII, nacquero le “Domus Eampaneae” i cui confini furono stabiliti da trattati detti “Designatio” o “Legittimario”, con un primo documento risalente al 1251 dove la “Domus Illorum De Davijs” venne menzionata con tra i testimoni presenti citati “Gerardo De Davijs” e “Belobono Eius Filius”.

Con essa, alla stesso modo, nacquero diverse altre comunità delle quali una buona parte fu raggruppata in un’unica entità amministrativa denominata “Vicariato di Ca’ di Campagna”, soggetta alla giurisdizione Scaligera, con la campagna che in tempi molto più recenti e moderni fu divisa in vari Comuni o agglomerata alla città di Verona.

Dal ‘900, concepita come zona agricolo industriale e centro dell’intera economia veronese, la campagna veronese divenne quindi parte del piano regolatore cittadino, con alcuni grandi borghi o rioni che nel tempo vennero assorbiti dai vecchi paesi come ad esempio Borgo Venezia che unisce Verona a San Michele, o Borgo Roma che unisce Tomba e Cadi­david.

Cadidavid fu quindi Comune autonomo fino al 1927, quando con la cessione dell’autonomia amministrativa divenne parte del Comune di Verona.