SENTENZA MOVIDA NUOVE SPERANZE PER CITTADINI

Una sentenza che potrebbe permettere ai cittadini, vittime della movida incontrollata nei quartieri, di rivalersi sul Comune.

La decisione, presa in questi giorni dalla Corte di Cassazione e che di fatto ha chiuso una battaglia legale intrapresa da una coppia di Brescia, apre oggi scenari imprevedibili per le Amministrazioni comunali di tutta Italia, tra le quali Verona, dove sono ora diversi i cittadini e i comitati che valutano il da farsi.

Tra questi il comitato il comitato VIVERE Cadidavid dal 2011 impegnato nel cercare insieme alle diverse Amministrazione comunali il giusto equilibrio tra il diritto al divertimento ricercato dei clienti della discoteca Dorian Gray del quartiere e il diritto al riposo degli stessi residenti, “Adesso la stagione della discoteca
è finalmente terminata e per qualche mese i sabato notte potremo finalmente dormire”, precisa il rappresentante del comitato Francesco Maria Zago che aggiunte, “Nel caso di Ca’ di David, ai disturbi ed alle molestie si aggiungono danni ai mezzi ed alle proprietà, minacce fisiche ai residenti, vandalismi, sporcizie di ogni tipo, gravi pericoli per la pubblica viabilità e altro ancora, abbiamo inutilmente cercato di coinvolgere e sensibilizzare le Amministrazioni anche con una raccolta di ben 354 firme e in assenza di almeno un’estensione dell’ordinanza antibivacco, già operativa da molti anni in alcune zone del centro di Verona, e da noi più volte risollecitata, il potere di intervento delle Forze dell’Ordine è molto limitato”.

Un problema che, proprio come citato dallo stesso rappresentate Zago, riguarda di fatto anche altri quartieri del Comune così come e il centro città con il comitato “Vivere il Centro” che nel contesto, se pur evidenziando nella figura del Presidente Paolo Ricci che la recente sentenza non innesca un meccanismo automatico, auspica che la possibilità di risarcimento del danno alla salute costituisca ora un ulteriore importante deterrente sia per gli esercenti che per l’Amministrazione comunale che dovrebbe di fatto sempre garantire la quiete pubblica.

Ma se da una parte, cittadini e comitati possono oggi farsi forza della decisione da parte della Cassazione che impone alle Amministrazioni di risarcire i danni “Se i rumori dovuti alla movida sono troppo forti ed invadenti, quindi nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze, e non viene garantito il rispetto alle norme di quiete pubblica”, dall’altra, alcune delle forze politica veronesi chiedono di non dimenticare anche le esigenze di chi ha un’attività economica, in particolare modo quelle del centro città che aiutano a rendere Verona una città appetibile a livello turistico, tra queste Forza Italia che tramite le parole del Deputato Flavio Tosi e del Consigliere regionale e comunale Alberto Bozza dichiarano, “La sentenza della Cassazione non sia strumentalizzata e non offra pretesti per limitare ulteriormente le attività economiche, non vorremmo che a Verona la sentenza creasse un precedente pericoloso e muovesse verso una nuova stretta su bar, ristoranti e discoteche, settori che negli anni hanno investito ingenti risorse per rivitalizzare Verona e che offrono molte opportunità di lavoro, sarebbe inopportuno che vi fossero altre limitazioni magari con la motivazione pretestuosa da parte del Comune del rischio di subire cause civili per i rumori della movida, i locali cosiddetti “fracassoni” a Verona sono pochissimi e noti quindi è un problema circoscritto e facilmente arginabile”.