INTERVISTA SALUTO DON GIANLUCA

A seguito del prossimo passaggio presso la parrocchia di Lugo e Rosaro e dopo la grande festa di domenica, abbiamo voluto chiedere a Don Gianluca alcuni pensieri e riflessioni sull’esperienza vissuta presso la nostra comunità.

Don Gianluca, quasi 4 anni nella nostra comunità, 2 dei quali affrontando una pandemia, qual’è il bilancio di questa esperienza?
Sono stati anni in cui riconosco di essere cambiato. Sono cambiato grazie a una comunità che mi ha, letteralmente, preso in braccio. Mi sono sentito accolto abitare qui. Uso il termine “abitare” perché mi sono sentito a casa qui a Ca’ di David. Gli anni della pandemia ci hanno fatto capire, che abbiamo bisogno di riprendere in mano tanto del nostro modo di vivere… a partire dalle nostre relazioni. Non possiamo vederlo come un incidente il Covid e il distanziamento che ha portato. E’ un sintomo che chiede di essere guardato, occorre starci davanti. Non è semplice. La strada è ancora lunga. Occorre quella che Cristo invita sempre a fare: una conversione

Nel tuo quotidiano impegno hai avuto modo di conoscere le diverse realtà e associazioni che, insieme alla parrocchia, si adoperano per questa comunità. Trovi ci sia stata una buona sinergia tra il loro e il tuo quotidiano impegno?
La comunità di Ca’ di David è ricchissima di realtà! C’è tanta ricchezza qui. Trovo che la gente dimostri una grande disponibilità verso la parrocchia e io ho sempre avvertito una grande collaborazione anche con le attività che mi hanno visto impegnato. In questo mi sento di essere molto grato in particolar modo con chi si spende per dare una testimonianza di fede accompagnata da un impegno concreto verso chi ha bisogno di trovare un luogo, e in questo luogo in particolare, dove poter fare esperienza di un incontro profondo, capace di dare speranza

Immaginiamo che tra le diverse attività anche gestire il gruppo giovani sia stato “laborioso”, come hai vissuto questo tuo impegno?
Laborioso sì, ma bellissimo e tanto sfidante. I ragazzi, i giovani, gli adolescenti, i pre adolescenti, tutti insomma vivono un tempo complesso in cui sentono che c’è qualcosa che li sta tradendo. Perché la loro vita è fatta per le sfide, non per la comodità e avere l’opportunità di stare con loro, ascoltarli, intuire il disagio ma anche la speranza che ci sia qualcuno disposto a credere in loro, questo è un dono grande che il Signore mi ha fatto e di cui sono molto grato

Tra i progetti che hai seguito qual’è stato per te il più gratificante?
Difficile dare una risposta a questa domanda. Direi che negli anni di Covid, quando le restrizioni impedivano gli incontri in presenza, il progetto, ma direi più il sogno che si è risvegliato e che abbiamo cercato di coltivare con Don Ottavio e Filippo, le due persone con cui condividevo il lockdown in canonica, è stato quello di poter lasciare spazio alla creatività dello Spirito, che si è scatenato provocandoci e mettendo nel nostro cuore un tale desiderio di incontrare, anche se a distanza, la gente e non c’era momento in cui ci sentivamo “tranquilli”. Era un ribollire di vita, anche se la vita sembrava essersi fermata. Lo Spirito, solo lo Spirito Santo, fa queste cose e a te non resta che restare lì grato e commosso.

In cosa credi potremo migliorare come comunità?
Non mi sentirei di dare consigli in questo senso. Direi più di aiutarci a guardare reciprocamente le bellezze e le potenzialità reciproche. Molti marchiano questa società come individualistica. Allora come possiamo, da persone, risvegliare quella umanità capace di attraversare questo tempo e farci scoprire che la relazione fra di noi e la relazione con Chi ci ha messi insieme può essere decisiva per cambiare per poter guardare con fiducia al futuro? Rilancio con una domanda perché non possiamo vivere senza la risposta proprio a questa di domanda. Credo profondamente che la fede in Cristo possa aiutare l’uomo a tornare più umano. La comunità di Ca’ di David ha tutto per poter vivere una nuova primavera della fede. Che il Signore gliene faccia dono!

Al termine di questo impegno cosa pensi di avere portato nella nostra comunità e cosa invece porterai con te?
Non so cosa posso aver portato. Al Signore ho sempre chiesto di restare sempre profondamente umano, chissà se ci sono riuscito. So di aver ricevuto tanto, in particolar modo dalla fede della gente. Questa è l’eredità che mi porto dietro dall’esperienza di Ca’ di David: la fede della gente nutre la mia fede e mi mostra che Cristo è vivo. E questo è il più bel dono che ho ricevuto qui e che certamente mi attende nella nuova comunità di Lugo. Perché il Signore ti anticipa, sempre.

Bene Don Gianluca, a conclusione di questa breve intervista vogliamo infine ringraziarti di cuore per l’impegno profuso in questa anni, prima di salutarci però ti chiediamo un ultimo pensiero per questa nostra comunità alla quale certamente mancherai
Lascio alla Parola di Dio l’ultimo pensiero, proprio perché è all’origine di tutto. Lo faccio con le parole della Prima lettera di San Giovanni apostolo. Questo mi ha afferrato nella vita e questo auguro di vivere a ogni persona che incontro…: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1, 1-3). Concludo con le parole di Benedetto XVI che indicano bene cosa accade quando qualcuno si imbatte nell’avvenimento cristiano, “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Deus Caritas est). La vita cambia e tutto parla, diventa vita! Buona vita a tutti!