LETTERA DA UN PAESANO

“Beati voi che adesso non dovete salire in macchina”, dice Daniele, cliente di un bar del nostro paese mentre al mattino di un giorno infrasettimanale guarda sconsolato la statale di Ca’ di David, “non avete idea di quanto ci impiegherò ora ad andare a Borgo Roma…”.

La lettera di oggi è sulla viabilità e quindi come contraddirlo? La statale in questo periodo dell’anno è spesso soggetta a code chilometriche, dalle sette alle nove circa del mattino per percorre il solo tratto che da piazza Roma porta al sottopasso di via Forte Tomba la media è di circa 25 minuti, senza contare che in caso di pioggia o altri eventi atmosferici più che di code si parla di vera e propria paralisi del traffico.

Si, forse come molti dicono “siamo in tanti a questo mondo” o che “quando piove tutti prendono la macchina”, frasi che forse oramai con un po’ di rassegnazione ripetiamo quasi a menadito, certo è che passano gli anni, le Amministrazioni e i progetti, ma i numerosi veicoli in circolazioni tra i quali anche autoarticolati, autobus atv urbani e extraurbani provenienti anche dai vicini comuni di Castel d’Azzano, Buttapietra e Isola della Scala, non sembrano avere altra alternativa che transitare da Ca’ di David.

Attrattori di traffico come Bricoman o Adigeo non hanno inoltre avuto a detta di molti un corretto supporto in termini di viabilità, basti pensare alla bretella in prossimità del semaforo che porta dal nostro paese al cavalcavia di via dell’Esperanto che oltre a formare colonne in prossimità dell’incrocio “soffoca” gli abitanti di via Mezzacampagna, come già vi avevamo parlato in un nostro articolo, vero che forse il nuovo progetto di filovia del Comune di Verona che ricordiamo prevede un parcheggio scambiatore anche nella vicina zona della Genovesa, potrebbe portare a qualche beneficio in termini smaltimento del traffico ma i lavori sono ancora in fase di realizzazione, tra l’altro non con pochi disaggi, quindi parlarne a oggi è quanto meno un po’ prematuro.

Quello che però da subito ci sentiamo di condividere insieme al nostro paesano Daniele è una generale sensazione di amarezza sul tema, molte le parole spese negli anni tra incontri dei cittadini, riunioni e dibattiti politici e non, ma alla fine? Le parole, cito, “Sono come dei palloncini pieni di vernice, del tipo più indelebile che esista, a volte il palloncino non si rompe e rimbalza via, ma se avviene la rottura, la macchia rimarrà forse per sempre”.

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